Icona San Massimiliano Kolbe

Raimondo Kolbe (il suo nome di battesimo) nacque a Zdunska Wola l’8 Gennaio 1894, in una famiglia polacca in condizioni economiche modeste: il padre Juliusz era tessitore, mentre la madre Maria faceva la levatrice. A tredici anni cominciò a frequentare la scuola media dei francescani a Leopoli. La sua vita cambiò radicalmente nel 1906 quando si ricordò della visione della Vergine Maria avuta nell’infanzia. Il 4 settembre 1910 vestì come novizio l’abito francescano assumendo il nome di Massimiliano. Nel 1914 professò i voti perpetui. Il 28 aprile 1918 venne ordinato sacerdote nella Basilica di S. Andrea della Valle a Roma, e il giorno successivo celebrò la sua prima messa nella vicina Basilica di S. Andrea delle Fratte.Nel 1919, conseguito il dottorato in teologia presso la Facoltà Teologica di San Bonaventura, ritornò subito in patria, a Cracovia. Durante la permanenza in Italia, Kolbe maturò e approfondì uno dei tratti essenziali della sua esperienza spirituale, legato alla venerazione di Maria, che caratterizzerà poi il suo impegno pastorale. Nel 1917, sulla scia dell’impegno teologico e intellettuale che i francescani avevano speso nei secoli per promuovere il riconoscimento dell’Immacolata Concezione di Maria, fondò assieme ad alcuni confratelli la “Milizia dell’Immacolata”. L’obiettivo era dare continuità anche sul fronte esistenziale e pastorale al legame dei Frati Minori Conventuali con Maria, diffondendone nel mondo la devozione anche attraverso i mezzi offerti dalle tecnologie del tempo, quali la stampa e, successivamente, la radio. Kolbe era infatti consapevole di doversi impegnare in un periodo storico difficile, caratterizzato dall’emergere di ideologie totalitarie e dalle sfide sociali poste dall’industrializzazione dal materialismo e, appunto, dallo sviluppo dei mass-media. Studiò quindi tutto, per vedere gli aspetti positivi di ogni realtà e costruire poi su queste basi.

Negli anni vissuti a Roma, Kolbe contrasse la tubercolosi che, tra alti e bassi, lo accompagnò per il resto della vita. Tornato in Polonia, iniziò ad insegnare nel seminario di Cracovia, ma presto dovette abbandonare e recarsi a Zakopane e poi a Nieszawa per curare la tubercolosi.
Nel 1922 uscì il primo numero del Cavaliere dell’Immacolata (Rycerz Niepokalaney), la rivista della Milizia dell’Immacolata, l’associazione fondata da Kolbe a Roma nel 1917. La tiratura iniziale fu di 5.000 copie, che diverranno un milione nel 1938. Nel 1926 venne stampato anche il primo calendario-almanacco, mentre Il piccolo giornale, un piccolo quotidiano in formato tabloid, giunse a diffondere 130.000 copie.
Dopo un nuovo soggiorno a Zakopane per la cura della tubercolosi, nel 1927 fondò in Polonia, non lontano da Varsavia, un convento chiamato Niepokalanow, cioè Città di Maria (letteralmente: “Proprietà dell’Immacolata”), dotato di una tipografia e di un seminario missionario.

Nel 1930, Kolbe partì come missionario alla volta dell’Estremo Oriente. Dopo una breve sosta a Shanghai, proseguì poi fino a Nagasaki in Giappone. Qui curò la pubblicazione di una rivista (Mugenzai no Seibo no Kishi) ed edificò un convento alle falde del monte Hikosan, che prese il nome di Mugenzai no Sono (Giardino dell’Immacolata).
Nel 1932 si recò in India per valutare la possibilità di fondare una nuova missione ma, dopo un breve soggiorno nel distretto di Ernakulam, decise di tornare a Nagasaki, dove nel 1936 aprì anche un seminario.
Nel 1936 Kolbe lasciò definitivamente il Giappone, rientrando in Polonia dopo un tragitto via mare passando per Manila e Genova.

Massimiliano Kolbe

In Polonia Kolbe si dedicò al rafforzamento di Niepokalanów e, nel 1937, si recò nuovamente in Italia (Roma, Piglio, Assisi, Padova) per partecipare ai festeggiamenti del movimento mariano.
Nel 1938 conseguì la licenza di radioamatore e fu attivo per alcuni anni con il nominativo SP 3 RN, ed ancora oggi è il santo patrono dei radioamatori italiani. Nel maggio del 1939 si recò quindi in Lettonia, dove intendeva creare, su un terreno offerto in donazione nella località di Romanowska, una nuova “Città di Maria”.
Gli eventi in Europa però precipitarono. La Polonia venne occupata dai nazisti e Kolbe fu arrestato dalle truppe tedesche il 19 settembre 1939 insieme ad altri 37 confratelli. Dopo quasi tre mesi di prigionia, Kolbe venne liberato l’8 dicembre ad Ostrzeszow.
Tornato a Niepokalanow, la trovò bombardata e presto la trasformò in ospedale e asilo per migliaia di profughi. La sua libertà però durò poco. Il 17 febbraio 1941 Kolbe venne nuovamente e definitivamente arrestato dalla Gestapo.
Il 28 maggio 1941 Kolbe giunse nel campo di concentramento di Auschwitz, dove venne immatricolato con il numero 16670 e addetto a lavori umilianti come il trasporto dei cadaveri. Venne più volte bastonato, ma non rinunciò a dimostrarsi solidale nei confronti dei compagni di prigionia. Nonostante fosse vietato, Kolbe in segreto celebrò due volte una messa e continuò il suo impegno come presbitero.
Alla fine del mese di luglio dello stesso anno venne trasferito al Blocco 14 e impiegato nei lavori di mietitura. La fuga di uno dei prigionieri causò una rappresaglia da parte dei nazisti, che selezionarono dieci persone della stessa baracca per farle morire nel cosiddetto bunker della fame.
Quando uno dei dieci condannati, Franciszek Gajowniczek, scoppiò in lacrime dicendo di avere una famiglia a casa che lo aspettava, Kolbe uscì dalle file dei prigionieri e si offrì di morire al suo posto. In modo del tutto inaspettato, lo scambio venne concesso: i campi di concentramento erano infatti concepiti per spezzare ogni legame affettivo e i gesti di solidarietà non erano accolti con favore.
Kolbe venne quindi rinchiuso nel bunker del Blocco 11. Dopo due settimane di agonia senza acqua né cibo la maggioranza dei condannati era morta di stenti, ma quattro di loro, tra cui Kolbe, erano ancora vivi e continuavano a pregare e cantare inni a Maria. La calma professata dal sacerdote impressionò le SS addette alla guardia, per le quali assistere a questa agonia si rivelò scioccante. Kolbe e i suoi compagni vennero quindi uccisi il 14 agosto 1941, vigilia della Festa dell’Assunzione di Maria, con una iniezione di acido fenico. I loro corpi vennero cremati il giorno seguente, e le ceneri disperse. Le sue ultime parole, porgendo il braccio per la somministrazione dell’iniezione letale furono “Ave, Maria”.

Padre Massimiliano Maria Kolbe fu beatificato il 17 ottobre 1971 da Papa Paolo VI e canonizzato il 10 ottobre 1982 da Papa Giovanni Paolo II.
Il giorno della canonizzazione, papa Wojtyła nell’omelia lo definì «santo martire, patrono speciale per i nostri difficili tempi, patrono del nostro difficile secolo» e «martire della Carità». Alla cerimonia era presente anche Franciszek Gajowniczek, l’uomo che aveva salvato dalla morte nel campo di concentramento.
La Chiesa Cattolica celebra la sua memoria nel giorno della sua morte, il 14 Agosto.
In Italia numerose chiese sono state dedicate alla memoria di Kolbe, ad esempio a Bergamo, Cagliari, Catania, Catanzaro, Jesi, Lecce, Roma, Varese e Lido Adriano.
La spiritualità mariana e missionaria di Massimiliano Kolbe ha le sue radici nella intesa tradizione e devozione mariana della Famiglia francescana e dei Frati Minori Conventuali in particolare. Egli ha contribuito in modo decisivo a sviluppare questa eredità, operando un allargamento di orizzonte: a partire da san Massimiliano il mistero di Maria Immacolata nella famiglia francescana conventuale non è solo oggetto di riflessione teologica e di devozione e culto, ma anche sorgente di intenso slancio missionario e apostolico.

L’apostolato mariano di alcuni frati ha portato alla nascita di nuovi istituti di vita consacrata. Nel 1954, Padre Luigi Faccenda ha dato avvio all’Istituto secolare delle Missionarie dell’Immacolata – Padre Kolbe, cui si è aggiunto, nel 1997 un ramo maschile. Il modello di apostolato mariano di padre Kolbe ha ispirato anche gli istituti di diritto pontificio dei Frati Francescani dell’Immacolata e delle Suore Francescane dell’Immacolata, l’associazione pubblica di fedeli “Missione dell’Immacolata Mediatrice” (M.I.M.) fondati da p. Stefano M. Pio Manelli e altre comunità e congregazioni di diritto diocesano o ad experimentum.

Sono dedicate alla sua memoria anche molte realtà associative, per esempio in Italia l’Associazione Kolbe a Milano, l’AIPK (Associazione Internazionale Padre Kolbe) a Bologna e L’Associazione Padre Massimiliano Maria Kolbe ONLUS a Siracusa, appunto.
Desiderio di Massimiliano M. Kolbe era quello che si creasse una Accademia Mariana per lo studio del mistero di Maria e in special modo dell’Immacolata Concezione. Così nel 2010 è nato a Niepokalanow il Centro di Scienze e Ricerca Kolbianum, detto anche “Accademia Mariana di S. Massimilano M. Kolbe”, che fa parte della Facoltà di Teologia dell’Università Cattolica di Varsavia. Esso conferisce la Licenza e Laurea in Teologia con specializzazione in Mariologia.

Le versioni musicali e teatrali sulla vita del santo sono dozzine. Al cinema si segnala la pellicola Vita per vita – Padre Kolbe (1991), del regista polacco Krzysztof Zanussi, con l’inedita prospettiva del punto di vista del prigioniero fuggito (interpretato dal due volte Premio Oscar Christoph Waltz).